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Il contenzioso andava ormai avanti da sette anni: da un lato, 7 milioni di commercianti; dall'altro, Visa e Mastercard, unite ad un gruppo di grosse banche tra cui Bank of America, Citigroup, Wells Fargo, Capital One Financial, Barclays e Hsbc. Oggetto della contesa, le commissioni troppo elevate, sul 2 per cento, che venivano applicate sul prezzo di acquisto di ogni prodotto pagato con carta di credito. Ebbene, Visa e Mastercard hanno fatto mea culpa, preferendo all'esito della causa arrivare ad un accordo extra giudiziale che, secondo Bloomberg, prevederebbe un risarcimento di circa 7 miliardi di dollari - dei quali 4 verranno pagati da visa, 3 da mastercard - ed uno sconto per circa otto mesi di un decimo di punto percentuale sulle tariffe applicate ai venditori Grazie alle alte commissioni di questo "cartello" finanziario illecito, sono stati incassati circa 40 miliardi di dollari, poi girati alle banche americane coinvolte. La domanda è se il recente accordo extra giudiziale riuscirà ad evitare che situazioni del genere si possano ripetere.

Carte di credito

Pensato per chi abbia bisogno di denaro per realizzare i propri progetti o per chi si trovi di fronte  a spese importanti e impreviste, "Multiplo" è il nuovo prestito lanciato da Banca Intesa San Paolo e si rivolge a lavoratori dipendenti, professionisti o pensionati con un’età compresa tra i 18 e i 75 anni, che potranno richiedere somme fino a 30mila euro per qualsiasi finalità di spesa. Il finanziamento, ideale per soddisfare i progetti più ambiziosi, ha una durata che va da un minimo di 2 a un massimo di 6 anni, a seconda dell'importo richiesto. A queste tempistiche va aggiunto il cosiddetto preammortamento tecnico, ossia il tempo che intercorre tra la data di erogazione del prestito e quella di decorrenza della prima rata. Il rimborso avviene mediante rate mensili a tasso fisso, ma può avvenire anche in maniera immediata o parziale, in caso di entrate economiche impreviste, o posticipando una rata per ogni annualità di rimborso in caso di difficoltà finanziarie. Per richiedere il prestito bisogna recarsi in una filiale di Intesa San Paolo muniti di documento di identità, dichiarazioni dei redditi o dell'ultima busta paga nel caso di lavoratori dipendenti

Prestiti

Tra le tante crisi e il tanto parlare che affliggono negli ultimi tempi gli Stati dell'Unione Europea, ad ogni salir di spread qualche ministro, soprattutto dei paesi in difficoltà, propone un nome per risolvere tutti i problemi: eurobond. A seguire, si susseguono reazioni di appoggio ("Sarebbero necessari", disse il premier italiano Mario Monti) e reazioni a metà tra lo scandalizzato e il supponente ("Mai e poi mai, scordatevelo!", dice ogni volta, più o meno in questi termini, Angela Merkel). Ma che cosa sono e cosa comporterebbero effettivamente i fantomatici Eurobond? Nella versione originaria - le ipotesi sono infatti numerose e varie - gli eurobond sono dei titoli emessi dall'UE al posto dei titoli dei vari stati membri in modo da sostituirli ed unificare il debito del singolo stato in un unico debito europeo. Sarebbero dunque garantiti dai membri con maggiore solidità, diluendo il rischio di insolvenza degli stati con difficoltà economiche. L'unificazione del debito, come conseguenze di medio e lungo periodo, vedrebbe perciò l'unificazione fiscale ed eventualmente politica dell'eurozona. Perchè, allora, non tutti gli stati sono d'accordo nell'adottare questa soluzione? Molto semplice: gli stati virtuosi vogliono essere sicuri, dovendo garantire il debito in ultima istanza, che tutti gli stati membri abbiano i conti in ordine. Il che significa, in altre parole, sottoporre l'attività macroeconomica di ogni Stato a una costante supervisione, con una complessiva perdita di sovranità che nessun politico - spagnolo, italiano o greco che sia - vuole al momento accettare.

Economia

L'Italia è uno dei Paesi più esposti sui conti correnti online agli attacchi degli hacker, che attraverso l'ATS, Automatic Transfer System, sono in grado di infiltrarsi nei circuiti bancari e svuotare i conti senza lasciare traccia del loro passaggio. A denunciarlo Loucif Kharouni, Senior Threat Researcher di Trend Micro, nel suo libro "Automatic Transfer System, a New Cybercrime Tool". L'ATS è un sistema particolarmente sofisticato di hackeraggio, che utilizza una combinazione con varianti dei malware SpyEye e ZeuS per creare un attacco di tipo "Man in the Browser" (MitB). Questo tipo di hackering non richiede al criminale di essere online nello stesso momento della sua vittima ed esegue automaticamente un trasferimento di fondi sfruttando le credenziali della vittima stessa, senza che questa ne sia consapevole. Nel report Kharouni documenta attacchi che hanno colpito anche istituti bancari che utilizzavano misure di sicurezza rafforzate, spiegando come i principali paesi colpiti fossero Germania, Regno Unito e Italia. Da notare, infine, che il tool ATS colpisce attualmente solo i conti correnti ai quali gli utenti accedono mediante PC dotati di sistema operativo Windows. Una buona soluzione pre proteggersi potrebbe essere quindi quella di usare, per aprire i conti bancari online, un pc che utilizzi esclusivamente un altro sistema informativo.

Conti correnti

Ravvedimento operoso. Un termine a metà fra il biblico e il calvinista che il fisco, bontà sua, utilizza per perdonare, a fronte del pagamento di qualche interesse, coloro che non abbiano versato in tempo le tasse pattuite. In questo caso oggetto dell'operoso ravvedimento è la prima rata dell'Imu, la tassa ormai di gran lunga più amata dagli italiani la cui prima rata, come tutti sanno visto che non si parla di altro da mesi, si versa in tre rate di cui la prima aveva scadenza il 18 giugno. E così, coloro - e stando alle voci non sono pochi - che abbiano omesso o parzialmente versato la quantità prevista di Imposta Municipale Propria, potranno sanare la violazione versando oltre alla somma dovuta a titolo di imposta anche una sanzione e gli interessi di mora commisurati ai giorni di ritardo. Per farlo sarà sufficiente compilare il famigerato modello F24, barrando però anche la casella “ravv.”, che sta ad indicare, appunto, l'avvenuto ravvedimento. Quest'ultimo può essere di tre tipi: sprint, breve o lungo, a seconda della velocità con cui ci si pente per non aver ancora pagato la tassa. Il primo si applica se il pagamento avviene dal 19 giugno al 3 luglio e la sanzione è pari allo 0,2% per ogni giorno di ritardo; il secondo se avviene tra il 4 e il 19 luglio, con sanzione pari al 3%; il terzo quando il pagamento viene effettuato oltre i 30 giorni: in questo caso la sanzione è pari al 3,75%. Per quanto riguarda infine gli interessi, si applica il tasso legale del 2,5%. Infine, attenzione agli eccessivi ritardi. Passato un anno dalla scadenza del termine previsto, il pentimento tardivo non viene più accettato e il ravvedimento operoso diventa non valido. A questo punto sarà il comune a richiedere il pagamento dell'imposta versata con relative, esorbitanti sanzioni e interessi.

Tasse e Tributi